Oggi vi parliamo della bottiglia con il buco in fondo… E’ già, perché non si fa il tempo ad aprirla che è già finita! E’ quello che è successo a noi durante la degustazione del Biancospino Villa Acquaviva.
La zona di produzione
L’azienda Villa AcquaViva si trova nel bel mezzo della Maremma Toscana, una zona geografica situata nella parte meridionale della Toscana, in particolare, nel territorio di Grosseto.
La zona arriva al confine con il Senese, dov’è sito il Monte Amiata a Nord, a destra la zona del Montalcino, a sinistra la zona del Montecucco e dietro Scansano e tutta la zona del mare.
Ad introdurre la coltivazione della vite in Maremma furono gli Etruschi, influenzati dalla cultura Greca.
La Maremma, come tutta la Toscana, è rinomata per i suoi incredibili vini. I suoi terreni fertili, il clima fresco e secoli di tradizione hanno consentito la produzione di rossi corposi e bianchi aromatici, famosi in tutto il mondo; i più celebri sono il Morellino di Scansano, il bianco di Patigliano, e il vino Ansonica Costa dell’Argentario.
L’azienda Villa Acquaviva si trova a 20 km dal mare e questo fa sì che l’area sia sempre ventilata dalle correnti marine che rendo il tutto abbastanza asciutto. L’umidità è rara, il clima è mite, secco e le temperature medio alte.
Tutto ciò, insieme ad un terreno argilloso misto a travertino, rende la zona molto vocata a livello vitivinicolo. I vini di Villa Acquaviva rispecchiano a pieno la territorialità: prodotti ottimi sin dalla vigna che, poi, vengono lavorati poco in cantina in modo da lasciare inalterata la loro essenza nel calice.
Cantina Villa AcquaViva
La fattoria Acquaviva nacque nell’84 quando il signor Serafino D’Ascenzi, padre di Fabrizio, accompagnatore durante la nostra visita, acquisì la tenuta dai Marchesi Ciacci.
La volontà dei genitori di Fabrizio di trasferirsi ad Acquaviva era legata al desiderio di proseguire il lavoro di agricoltori, ma in maniera autonoma. Trasferitisi in Maremma in questo luogo praticamente in rovina, con due bimbi piccoli, iniziarono la loro coraggiosa avventura.
Dopo un anno, Valentina, la madre di Fabrizio decise di aprire le prime camere per ospitare i visitatori e proprio dalla spinta di quest’ultimi nacque l’idea di produrre anche vino. Così dal ’86 iniziò la coltivazione di uva.
Gradualmente Serafino smise di vendere le proprie uve alle cantine locali e iniziò ad usarle tutte per produrre il proprio vino. In principio si trattava solo di tre ettari di vigneti di bianco, poi sono arrivati i rossi, fino ad arrivare all’attuale estensione di circa 16 ettari.
Sono diverse le tipologie di uva coltivate: dal Sangiovese, alla Malvasia nera passando per Trebbiano, Chardonnay, Verdello, Sauvignon tutti presenti nel Maremma DOC Biancospino che abbiamo degustato.
L’alta qualità dei vini e il consenso dei consumatori hanno convinto la famiglia prima ad ampliare l’antica cantina, poi a realizzare la nuova. Non solo per migliorare i vini e per produrne di nuovi, ma anche per trovare nella nuova cantina spazi dedicati ad incontri ed eventi finalizzati a promuovere l’enogastronomia maremmana e toscana.
Infatti, quel che caratterizza Villa Acquaviva non sono solo i grandi vini, ma anche l’eccezionale ospitalità. Una sosta nel loro magnifico relais è d’obbligo per chiunque passi da quelli parti.
Relax, ottima cucina (con ingredienti locali direttamente prodotti) e magnifici vini… cosa chiedere di meglio?
Biancospino Villa AcquaViva – Annata 2018, 11,5% vol
Colore: giallo paglierino molto scarico.
Profumo: un bouquet vario e aromatico, ricco di frutta a polpa bianca e sentori floreali. In particolare marcate le note di mela acerba e fiori freschi.
Gusto: il gusto rispecchia l’olfatto risultando fresco, equilibrato e persistente. L’ottima acidità allunga la beva mentre la sapidità, data in gran parte dal terreno di produzione, imprime una marcia in più in termini di freschezza e eleganza.
Nella semplicità regna la vera bellezza e, in questo caso, è bene dire la vera bontà. Un vino che continueresti a bere, quasi senza accorgertene (l’ottima lavorazione, fa la differenza). Fresco, leggero e sapido con una spina acida marcata che lo rende lungo e persistente. Un perfetto bilanciamento frutto dell’unione ponderata di diversi vitigni, tra cui spicca in maggioranza il Trebbiano Toscano. Un prodotto che, come i suoi produttori, sprigiona vivacità e personalità.
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