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Vino barricato

Ciao amici, lettori e appassionati di vino. Siamo di nuovo insieme per un nuovo viaggio nel mondo enologico e approfondire qualche dettaglio sul prodotto vino. Oggi parleremo di vino barricato!

Il segreto della barrique  

Dei gusti non si discute, ma il vino barricato ha fama di essere pregiato. Di cosa si tratta e in cosa consiste la sua particolarità? 

Per comprenderlo dobbiamo risalire al particolare contenitore dentro cui esso si lascia invecchiare – la barrique – un tipo di botte di origine francese dalle dimensioni che permettono al vino di acquisire note e aromi peculiari e aumentare la sua ricercatezza. 

L’uso della barrique deriva da una tradizione francese, come francese è il legno utilizzato per la produzione di questo tipo botte. Dalla materia prima – rovere – vengono ricavate le doghe usando la tecnica della spaccatura del tronco seguendo la fibra del legno. 

La caratteristica che più distingue la barrique, è la capacità: ciascuna di queste botti può contenere 225 litri. Questo è un elemento fondamentale, perché la dimensione permette al vino un’ossigenazione tale da fargli assumere aroma e gusto più pregiati. 

Una fase tra le più delicate della fabbricazione delle barriques è la tostatura, il processo a cui vengono sottoposte le doghe di legno prima di essere assemblate per ottenere il prodotto finale. Il legno viene esposto al calore, per renderlo più docile e flessibile. Durante questo stadio, si sviluppano gli aromi che saranno trasmessi al vino durante il periodo di invecchiamento in barrique. 

A seconda della temperatura raggiunta e della durata dell’esposizione si ottengono note diverse, che vanno dalle più dolci alle più secche a poco a poco che cresce l’intensità del calore. 

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Note barricate

Se a fronte di una tostatura leggera, il vino barricato avrà odori fruttati e di chiodi di garofano, con l’aumentare del grado di tostatura si possono generare note vanigliate e di noce di cocco, fino ad arrivare a sentori di affumicato

Capita di frequente di imbattersi in vini rossi barricati, che per la loro corposità ben si presentano a questo tipo di affinamento, da cui traggono vantaggio in termini di preziosità al palato. 

L’invecchiamento in barrique, è un processo che si adatta – anche se in modo minore – anche ai vini bianchi. Non tutte le produzioni da bacca bianca hanno caratteristiche tali da trarre benefici dall’invecchiamento in barriques. 

In questo senso i bianchi più adatti sono quelli più corposi, che vedranno esaltate le proprie caratteristiche olfattive, oltre che il loro colore, da un periodo di affinamento nel rovere. Ad essere barricati, possono essere anche grappe e distillati, che dalla conservazione nelle piccole botti ottengono particolari aromatizzazioni.

vino_barrique

Per quanto il procedimento dell’affinamento in barriques sia strettamente legato alla Francia, il territorio italiano ha saputo presentate nel corso degli anni molti esempi positivi, portando all’eccellenza altrettanti vini, tra i quali ricordiamo tra i rossi, il Raboso, che può essere servito a una temperatura di 20° C ed è ottimo l’abbinamento con carni di maiale, brasato e anatra.  Poi il rosso barricato, NOAH, si serve a 16° C , ottenuto da uve Merlot e invecchia 8 mesi nelle barriques. Si accompagna con carni rosse e formaggi stagionati. Tra i vini bianchi ricordiamo, lo Stajnbech e il Piemonte Doc Chardonnay

A chiusura di questo argomento vi lascio con una riflessione un po’ suggestiva: “È il vino in barrique o è la barrique nel vino?…”

Ci vediamo presto alla prossima appassionante lettura. Un saluto e mi raccomando beviamo responsabilmente ! 

Alla vostra! 

La Salvia Brunella

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