Fantastica visita con degustazione dei vini della cantina Pisoni, immersi nello spettacolo naturale della provincia di Trento.
Come sempre, anche in questo viaggio non poteva mancare una giornata dedicata a una cantina del territorio.
Dopo qualche giorno a Tremosine sul Garda ci dirigiamo in provincia di Trento, più precisamente nella Valle dei Laghi del Trentino, località Pergolese, per la visita alla Cantina Pisoni.
Da subito notiamo di essere in un luogo genuino dove il tempo sembra essersi fermato, per vivere al meglio l’atmosfera della cantina guarda i video sul nostro canale YouTube Amantidivino o su IGTV.
Piccole vie che si snodano tra le case, verde che riempie gli occhi e aria fresca di lago e di montagna.
Al nostro arrivo veniamo immediatamente accolti dai proprietari Marco e Stefano e durante il nostro pomeriggio con loro sono tre le parole chiave che fissiamo nella nostra mente: storia, vino santo, agricoltura biodinamica.
[sociallocker]Marco e Stefano sono due cugini che portano avanti l’azienda agricola a conduzione familiare che esiste dal 1852. Dopo il ritorno dalla guerra, i loro nonni, costruirono questa cantina ed ora entrambi i cugini dedicano il loro tempo alla coltivazione della terra con amore, rispetto, dedizione ed entusiasmo mettendo in pratica metodi di coltivazione antichi uniti a tecniche di coltivazione biologica per la produzione di vini al naturale.
Degustazione vini bianchi del trentino
La degustazione inizia con i vini bianchi e la prima cosa che scopriamo è che sono i fornitori ufficiali della curia di Trento per il vino da messa, con il loro San Siro Bianco.
Non poteva mancare un assaggio del vino Nosiola, unico vitigno autoctono del Trentino. Il suo vitigno è una varietà semi selvatica, difficile da curare perché è molto delicato e sensibile alle malattie.
Assaggiamo anche un Pinot Grigio dal gusto veramente raffinato, è ottenuto da uve di Pinot Grigio che in Trentino esprimono al meglio le proprie caratteristiche di eleganza e struttura. Ci accoglie un profumo fruttato con sentore di vaniglia e un sapore ricco e persistente.
Questa prima fase è conclusa con un assaggio del vino Codecce, un vino esclusivo, prodotto da uvaggi di Sauvignon bianco, Chardonnay, Nosiola e Goldtraminer. E’ prodotto senza aggiunta di solfiti e si esprime al meglio se lasciato decantare per 7-8 ore. Ha un profumo di mela matura e frutta esotica e un sapore morbido e molto persistente.
Degustazione vini rossi del trentino
Proseguiamo con la degustazione dei vini rossi. Tra questi merita una particolare nota il Pinot Nero, l’annata 2009 ha vino il premio come miglior Pinot Nero d’Italia.
Il vitigno proviene dalla Borgogna e ha trovato in Trentino viticultori che, grazie ad attente ricerche, sono riusciti a crearne una varietà tipica di eccezionale qualità.
Al contrario invece il vino tipico è il Teroldego, conosciuto in passato come Tiroldego, ovvero vino del Tirolo.
Un particolare accenno al progetto Rebo e Reboro portato avanti dalla cantina Pisoni con i propri vicini. Il Rebo è un vitigno creato negli anni ’50, dal quale viene prodotto un vino molto concentrato. Nasce da un incrocio con il Teroldego e il Merlot creato dal ricercatore Rebo Rigotti, ed essendo un’idea è un vitigno in continua evoluzione secondo i vari metodi applicati dalle varie cantine nel circondario.
La testa di serie della cantina Pisoni e dei vini rossi è il Reboro, vino fatto con l’uva del Rebo. Prima di vinificarla questa viene mesa in una cassattina per l’appassimento da una ventina di giorni a massimo un mese Questo processo è possibile soprattuto grazie al clima molto ventilato della zona, reso mite dall’aria del Lago di Garda.
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Anche questo è un progetto condiviso tra le aziende vicine, nato dalla cantina Pisoni nel 2006 dal desiderio di creare un vino rosso particolarmente strutturato sfruttando la tecnica dell’appassimento.
Last but not least, il Sarica. Il primo vino prodotto da Marco e Stefano quando ereditarono l’azienda in onere delle figlie Sara e Federica, progetto esclusivo derivante da uvaggi di Syrah e Pinot Nero usando la tecnica della Barrique.
Oltre al Nosiola e a tutti gli altri vini di cui abbiamo parlato, questa terra è anche conosciuta per il vino santo. La principale differenza tra questo e il Nosiola è una: l’uva dopo la raccolta non viene pigiata ma lasciata in appassimento nel fruttaio della cantina fino alla settimana santa – da qui il nome.
Si ottiene un vino molto dolce che minimo rimane in cantina dieci anni.
Il tempo è dettato dalla caratteristica della pianta. La Nosiola infatti, produce dei grappoli compatti quando è giovane, grappoli serrati, ci vuole qualche anno affinché dia origine ai grappoli spargoli. Se si lascia appassire un grappolo compatto questo rischia di marcire, è necessario quindi avere pazienza e attendere il momento opportuno per creare un ottimo vino santo.
Come quella che avrà Stefano che berrà il vino santo del vigneto di Nosiola che ha piantato quest’anno quando avrà 82 anni! A voi i conti!
Oltre ad aver scoperto una bellissima azienda, Stefano ci ha fatto scoprire la FIVI – Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti.
Indipendenti in che senso? Nel senso che rappresenta il vignaiolo che coltiva le sue vigne, il vignaiolo che rinuncia all’acquisto dell’uva o del vino a fini commerciali, il vignaiolo che rispetta le norme enologiche limitando l’uso di additivi.
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