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Degustando un “Etna Rosato”

Nella nostra, ormai, consueta degustazione “fai da te” abbiamo assaporato le notevoli sfumature del Nerello Mascalese nella tipologia “Etna Rosato”.

Etna, la terra dei vini “vulcanici”

Degustando questo rosato, ci siamo addentrati alla scoperta di un vino proveniente da una delle zone vitivinicole (e non solo) più belle d’Italia: l’Etna

Un territorio che a prima vista difficilmente si associa ad un angolo di paradiso vinicolo, eppure tra un paesaggio aspro, un terreno roccioso e una natura selvaggia si fanno strada dei vigneti disomogenei, ma quanto mai produttivi e qualitativi.

Vigneti che, nonostante le impervie zone di coltivazione, danno vita ad ottimi vini rossi e rosati Qui vengono coltivati le uve rosse delle varietà Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, e uve bianche come la Carricante, la Catarratto e la Minella Bianca. Uve alla base dei vini della Doc Etna, riconosciuta nel 1968.

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Una zona che ha ricevuto la giusta attenzione solo negli ultimi anni sebbene la produzione si attiva da secoli. La provincia di Catania e i paesi etnei, infatti, sono la  più antica civiltà agricola siciliana; le prime testimonianze di comunità agricole risalgono addirittura alNeolitico.

Le frequenti eruzioni dell’Etna e le oggettive difficoltà di una viticoltura, cosiddetta “eroica”, hanno, però spesso limitato la produzione. Nonostante ciò, la viticoltura etnea ha sempre mantenuto un ruolo di coltura molto importante per il territorio e oggi si presenta come una delle aree più importanti e prestigiose della viticoltura italiana.

Il vitigno Nerello Mascalese

L’Etna Rosato da disciplinare è prodotto per l’80% da Nerello Mascalese, massimo il 20% da Nerello Cappuccio e fino ad un massimo del 10% da altri vitigni idonei alla coltivazione nella regione Sicilia.

Come detto, però la struttura principale del vino è data dall’elevata percentuale di Nerello Mascalese, il vitigno “vulcanico” per antonomasia.

Il Nerello Mascalese, o Niuriddu Mascalisi come lo chiamano i vignanioli etnei, è il re dei vitigni presenti sul vulcano Etna, situato sulla costa orientale della Sicilia. Il nome Nerello è legato al colore delle sue uve, mentre “mascalese” deriva dal fatto che da secoli viene coltivato nella Contea di Mascali su dei terreni costituiti per la gran parte da sabbie vulcaniche. Infatti, si tratta di un vitigno a bacca nera e cresce in prevalenza sull’Etna, nella città metropolitana di Catania e nella zona di Torre Faro, frazione di Messina. Il legame tra vitigno e territorio d’origine è fortissimo e le straordinarie ed uniche caratteristiche racchiuse all’interno dei vini ne sono la testimonianza. 

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Foto di: wine dharma

Unicità in parte dovuta al terreno ricco di cenere, sali minerali e sabbia del vulcano attivo più alto d’Europa (3330m sul livello del mare), in parte anche al clima, caratterizzato da una forte escursione termica tra il giorno e la notte, nonché alla mano dell’uomo: in particolare fanno la differenza la bassa densità d’impianto, le tecniche di coltivazione e il sistema di allevamento (ancora attuale l’antichissima modalità ad alberello). 

Il Nerello Mascalese concorre per l’80-100% all’uvaggio del vino Etna rosso DOC, ad almeno 80% del vino Etna Rosato Doc e per il 45-60% a quello del vino Faro DOC.  

Gli acini del Nerello Mascalese hanno una caratteristica forma oblunga, sono di colore rosso chiaro e maturano molto tardi (vendemmia tra la seconda e la terza settimana di ottobre). I vini prodotti con questo vitigno hanno gradazione alcolica elevata (13-14°), una particolare predisposizione all’invecchiamento e hanno una grande variabilità di caratteristiche organolettiche a seconda della zona di coltivazione. 

Etna Rosato Doc – Azienda Monaci delle Terre Nere

Monaci delle Terre Nere è un Country Boutique Hotel alle pendici del monte Etna circondato da una tenuta agricola interamente biologica. La tenuta e la sua produzione agricola rappresentano, infatti, l’anima di Monaci delle Terre Nere. Alla base dell’enogastronomia della boutique, infatti, vi sono le coltivazioni biologiche di proprietà tra cui anche i vigneti. 

Monaci coltiva le sue vigne per produrre un vino proprio, con varietà autoctone della regione etnea. Sfruttando al meglio la ricchezza del terroir dell’Etna, Monaci coltiva le sue vigne per produrre un vino proprio, con varietà autoctone della regione etnea tra cui il Nerello Mascalese e il Carricante, una varietà d’uva a bacca bianca esclusiva dell’Etna.

La degustazione

Etna Rosato Doc – Annata 2017, 13,5% vol.

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Colore: limpido e brillante, dalla tonalità rosa antico con riflessi leggermente ramati che ricordano la buccia di cipolla.

Profumi: l’impatto olfattivo è franco. I sentori ricordano la frutta matura con leggere note di spezie oltre a qualche tratto sulfureo.

Gusto: è intenso, caldo e avvolgente. Per essere un rosato ha un’ottima struttura sostenuta da una notevole spina acida. La spiccata sapidità e mineralità dona al palato una piacevole freschezza e una buona persistenza. 

Un rosato di tre anni ancora perfettamente integro e dalla piacevolissima beva. Il colore elegante, le note sulfuree e la marcata sapidità rappresentano l’identità del territorio vulcanico dell’Etna e del Nerello Mascalese, un vitigno che sprigiona grande forza (dovuta anche all’elevata gradazione), ma allo stesso tempo, anche un’incredibile eleganza. 

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