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Mosnel: l’azienda doppio zero che punta all’infinito!

Riuscire a scovare l’identità di un’azienda non è facile, soprattutto, quando la concorrenza è spietata e il rischio di uniformarsi è elevato, ma quando ci si immerge in una realtà come Mosnel, il gioco diventa facile, basta mettersi comodi e lasciarsi trasportare dal racconto di una storia di famiglia lunga quasi duecento anni che esprime la propria anima verso l’infinito. L’infinito formato da quel doppio zero che caratterizza l’azienda e i suoi vini: zero impatto ambientale e zero dosaggio

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Zero impatto ambientale perché già a partire dagli anni 2000, l’azienda ha iniziato le prime sperimentazioni sul biologico per poi iniziare la conversione ufficiale nel 2011. Dal 2014 tutti i vigneti sono certificati Bio. Non viene utilizzato alcun tipo di prodotto di sintesi, ma solo zolfo e rame. Inoltre, vengono impiegati  macchinari come l’atomizzatore a recupero, uno speciale macchinario che mentre distribuisce i trattamenti fitosanitari nei vigneti (solo rame, zolfo ed eventualmente piretro) grazie ad una controparete recupera il prodotto non ‘andato a segno’. Questo sistema innovativo porta ad un risparmio di oltre il 40% dei trattamenti e riduce fino al 92% l’effetto deriva cioè la dispersione dei trattamenti al suolo.

Zero dosaggio perché la tendenza, per gran parte della gamma dei vini prodotti dell’azienda, è questa. Franciacorta nei quali lo sciroppo di dosaggio è costituito semplicemente dallo stesso vino base, in modo da mantenere lo stesso aroma iniziale con un residuo zuccherino pressoché nullo. Il Mosnel a dosaggio zero ha un livello di acidità piuttosto elevato ed è generalmente molto apprezzato  (DA NOI IN PRIMIS!) perché consente di riscoprire, attraverso un lavoro attento e meticoloso, il sapore originario e autentico del Franciacorta, senza alcun tipo di modifica proveniente dall’esterno.

Una storia (quasi) bicentenaria

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Nel cuore della Franciacorta, dove l’aria del Sebinoincontra con quella delle preAlpi, si erge al centro una sorta di fortezza dove al posto del castello si trova la secolare residenza della famiglia Barboglio e tutto intorno, invece delle cinta murarie, si estendono 42 ettari di vigneti. 42 ettari di storia quasi bicentenaria perché la tradizione vinicola della famiglia Barboglio risale addirittura al 1836 quando tutta l’area venne ereditata dalla famiglia. 

Un’area inizialmente a vocazione prettamente “rossista”, ma che, nel corso della seconda metà del secolo scorso, trovò la propria fortuna nella grande intuizione di Emanuela Barboglio la quale, seguendo i consigli del suo carissimo amico, Guido Berlucchi, decise di iniziare a produrre spumante. Dal 1967 nacquero i primi vigneti specializzati e nel 1968 venne adottata la neonata DOC Franciacorta.  

Nel 1976 venne abbandonato il nome “Azienda Agricola Barzanò Barboglio” per l’attuale “Mosnel”, nome dialettale che significa pietraia, ovvero cumulo di sassi, collinetta, dal toponimo del vigneto che sorge proprio di fronte alla cantina. Quel che prima veniva fatto con il metodo Charmat (in autoclave), pian piano si iniziò a sperimentare in bottiglia e così con l’avvento del Consorzio Franciacorta (1990), si passò esclusivamente al metodo Classico che oggi è rigorosamente chiamatometodo Franciacorta.

Oggi alla guida di Mosnel c’è la quinta generazione di vignaioli, i figli di Emanuela Barboglio: Giulio Barzanò che segue la parte tecnica, produttiva e commerciale e Lucia Barzanò che si occupa del marketing, delle relazioni esterne e dell’amministrazione. Inoltre la famiglia si avvale della collaborazione di uno staff altamente preparato, tra cui Jamila, la nostra guida all’interno di questa straordinaria macchina del tempo.

La pazienza è la virtù dei forti e sinonimo di qualità

L’azienda come detto coltiva 42 ettari di vigneti, tutti contigui alla residenza, un fatto unico all’interno della Franciacorta che consente, specialmente in fase di vendemmia, una cura e una velocità eccezionali.  

La coltivazione prevede Chardonnay (70%), Pinot Bianco (15%) e Pinot Nero (15%) in un’unica microarea con una densità minima di 5000 piante per ettaro, a testimonianza ancora di come, per l’azienda Mosnel, la qualità venga prima di ogni cosa. Inoltre, come detto tutti i vigneti sono condotti con il metodo biologico.

La vendemmia, come da disciplinare, avviene rigorosamente manuale in piccole casse dopodiché si procede a tre pressature di mosto differenti che insieme arrivano al 65%, le prime due vengono destinate al Franciacorta, la terza ai vini fermi Curtefranca.

Tutti i Franciacorta Mosnel fanno almeno una parte della fermentazione in legno. Dopodiché vengono diversificati tra i multi annata che contengono vini di vendemmie precedenti (in modo da mantenere costante lo stile Mosnel) e i millesimati, nei quali viene esaltata la peculiarità di ogni singola annata attraverso l’affinamento.

Ed è proprio l’affinamento il grande punto di forza dell’azienda, quel che la rende unica. Oltre al sapiente utilizzo del legno (all’interno delle botti il vino viene rimescolato tre volte a settimana per 6 mesi consecutivi in modo tale che i lieviti continuino a rimanere a contatto con il mosto), grande importanza risiede anche nelle vasche d’acciaio. In particolare, l’azienda ha a disposizione due tipologie di vasche: verticali e orizzontali. Quest’ultime, utilizzate per i millesimati, consentono di dar vita a vini più complessi perché essendo più piccole il contatto del mosto (che è di meno) con i lieviti è maggiore e questo permette al vino di assumere una struttura e un carattere altamente caratteristico. 

Ma quel che sorprende e identifica al meglio la filosofia aziendale è il lasso di tempo di affinamento in bottiglia. Attualmente in cantina, infatti, sono presenti bottiglie che hanno superato i dieci anni di affinamento e altre che, nonostante le numerose richieste, stanno ultimando il loro ciclo di maturazione. Perché come ci ha detto Jamila (tutte le frasi più significative le potete trovare nella nostra sezione frasi): “Nella nostra cantina non vogliamo essere limitati. Se riteniamo che la bottiglia non sia pronta, la lasciamo in cantina”. 

La degustazione

Brut Nature – Senza annata, 12% 

70%  Chardonnay, 20% Pinot Bianco, 10% Pinot Noir

            Primo Franciacorta biologico, Pas Dosè (zero zuccheri aggiunti).

L’assemblaggio matura in cantina 24 mesi sui lieviti. Dai toni oro bianco con accenni verdolini, sprigiona grande freschezza e mineralità.  La bolla viva e appariscente si unisce in bocca ad una spiccata acidità con note fresche di lime e limone. 

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Pas Dosè – Senza annata, 12%vol

60%  Chardonnay, 30% Pinot Bianco, 10% Pinot Noir

            Il 30% di Chardonnay fermenta in botte, l’altro in vasca. 

Almeno 30 mesi sui lieviti, spesso arriva a farne 42. è la selezione migliori uve Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco.  Dal perlage sottile, emerge l’accordo tra note di cedro, pesca bianca e mandorla. La rotondità del gusto si unisce ad una potente sapidità che lo rende elegante e avvolgente. 

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Brut Satèn millesimato – Annata 2015, 12% vol.

100%  Chardonnay    40% fermentazione in botte, il restante in vasca. 

Le bottiglie accatastate restano minimo 36 mesi nelle cantine prima del “remuage”. Una volta tappate restano almeno tre mesi ad affinare ulteriormente prima di immettersi sul mercato.

La raffinatezza di un perlage fitto e cremoso si rivela attraverso profumi nitidi e intensi. La bollicina è molto fine poiché la pressione esercitata in bottiglia è minore (4,5 atmosfere contro le 6 classiche). Viene, infatti, imbottigliato per la rifermentazione con una minore quantità di zuccheri (18g litro al posto di 23) che dona una sovrappressione più limitata. Il profilo aromatico è avvolgente e le note dolci si fondono con fresche speziature.

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Parosè millesimato – Annata 2014, 12% vol.​

            70%  Pinot noir, 30% Chardonnay            

Prima fermentazione tutta in botti di rovere. 4/6 ore di macerazione senza zuccheri aggiunti.

Parosé, un mix tra “non rosé” e “rosé non dosato”, dal carattere deciso ed elegante. Si presenta con un brillante color oro dai riflessi rame appena accennati, e con un perlage preciso e incessante. Delicato e primaverile al naso, esplosivo e armonioso al palato. Un gioco di equilibri con una sapidità nitida e una freschezza succosa, fino al finale dinamico e armonico.

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L’azienda Mosnel produce ogni anno circa 250mila bottiglie, numeri decisamente inferiori ad altri grandi marchi della Franciacorta, ma frutto di una scelta pensata e ponderata, atta a curare al meglio ogni passaggio della produzione. Dalla coltivazione della terra rigorosamente biologica, alle diverse tipologie di fermentazione fino ai certosini metodi di affinamento. Tutto incentrato a produrre non tanto un vino buono, ma un buon vino. Un buon vino per la natura, che la rispetti e non la sfrutti; un buon vino per il territorio, che lo esalti e lo caratterizzi; un buon vino per l’uomo, che ne rimanga ammaliato attraverso gli aromi e i sentori naturali e non chimici; un buon vino per la storia, che possa continuare il suo racconto VERSO l’infinito.

Informazioni utili

  • Luogo: Camignone (BS)
  • Tipologia vini: Franciacorta
  • Visita e Degustazione: solo su prenotazione
  • Shop: all’interno della corte
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