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Alla scoperta dei vitigni autoctoni: il Pigato

Il Pigato è uno dei vitigni autoctoni liguri più famosi e apprezzati dagli AmantidiVino. Noi, naturalmente siamo tra questi; assaggiando Cycnus (100% Pigato) siamo rimasti  incantati come il marinaio all’udire del canto della sirena. 

Origini e evoluzioni del Pigato

La Liguria, come ci ha raccontato il papà di Matteo Merano durante la nostra visita alla cantina Poggio dei Gorleri,  è una terra di numerosi e interessanti vitigni autoctoni: dai vitigni a bacca nera come il Rossese e il Granaccia, passando per le famose uve a bacca bianca, quali il Vermentino e, appunto, il Pigato. 

Il nome Pigato deriva dal dialetto “Pigau” ed ha un duplice significato: picchiettato oppure aromatizzato con la pece. La caratteristica alla base del nome è la puntinatura color marrone presente sugli acini maturi.  Secondo la tradizione è originario della Tessaglia ed è arrivato in Liguria intorno al 1600. La piana di Albenga è il territorio d’origine, ma viene  coltivato sia lungo la costa, che nelle valli dell’entroterra, tra Albenga e Imperia.

Alla vista è molto simile al Vermentino, ma poi, nel calice, la differenza si palesa: il Pigato ligure si presenta più intenso, più adatto ad affinarsi, meno lineare.  Il Vermentino, invece, assume tratti più eleganti e profumati.

In realtà classificarli a livello genetico è complicato, perché in base alla zona di coltivazione e al terreno su cui poggiano, cambiano numerose sfumature. Ad esempio il Pigato Liguria dell’entroterra  si esprime con maggior freschezza e con profumi intensi, complici le notevoli escursioni termiche. Vicino al mare, invece, prende toni più caldi e vivaci. Un notevole esempio è il Pigato Cycnus della cantina Poggio dei Gorleri. 

Oltre al clima, come detto, anche la diversa composizione dei suoli modifica il prodotto finale. Sulle terre bianche, ricche di calcare,  il vino Pigato assume maggior finezza e freschezza, mentre sulle terre rosse, per la presenza di componenti ferrose, acquista maggior corpo e una decisa vena minerale.

 

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Caratteristiche fisiche e tipologie di vinificazione

La somiglianza genetica del Pigato vitigno con il Vermentino fa presupporre che il primo sia un clone del secondo. 

A livello ampelografico la principale diversità risiede nel colore dell’uva in fase di maturazione che, come dice l’origine del nome, nel Pigato prende un colore giallo intenso, quasi ambrato, con la tipica puntinatura color ruggine, a differenza del Vermentino che mantiene una buccia dal colore giallo con riflessi verdi. 

Ha un grappolo compatto, con l’acino a sfera e la buccia puntinata, di medio spessore, dorata-ambrata. Ha una buona produttività, abbondante e costante.

Il Pigato vino si presenta giallo paglierino con riflessi verdognoli, con sentori fruttati, floreali e d’erbe aromatiche. In bocca è sapido, fresco, morbido, di buona persistenza aromatica con un potenziale d’invecchiamento, che dopo alcuni anni di affinamento in bottiglia sviluppa interessanti sentori terziari. 

Il vino ligure Piagato, a livello di abbinamenti gastronomici, si sposa naturalmente molto bene con piatti a base di pesce. Anche in questo caso, però, in base al periodo di evoluzione può esser abbinato con preparazioni differenti. 

Nel caso di Pigati evoluti oltre a secondi di pesce si presta bene anche ad abbinamenti con formaggi di media stagionatura e qualche carne bianca. 

Un Piagato Doc giovane, come Cycnus, presente nel nostro e-shop, si accompagna perfettamente con antipasti di pesce come tartare o sushi, ma anche con primi piatti delicati. 

Bere per credere!

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