Eleganti, ma con un pizzico di modernità. Potenti, complesse e di grande personalità, sempre votate alla freschezza.
Così si presentano le stilose bollicine che portano la firma della Tenuta Il Bosco, Oltrenero, azienda vitivinicola di successo dell’Oltrepò Pavese, che basa la sua filosofia sul rispetto e sulla valorizzazione di ogni singolo vigneto, detta anche parcellizzazione.
Una scelta mirata all’esaltazione delle peculiarità di ciascun frammento di vigneto in base a pendenza, esposizione, tipologia di terreno e via dicendo. L’obiettivo dell’azienda, infatti, è lasciare che sia il territorio a parlar di sé attraverso i suoi frutti, con il minimo intervento umano possibile, che è sì fondamentale, ma secondario alle scelte della natura.
Le origini della vite e le prime testimonianze
L’Oltrepò Pavese è antica dimora della vite, con la prima testimonianza della presenza di un tralcio risalente ai tempi preistorici, conservato oggi presso il Museo archeologico di Casteggio. A sbilanciarsi sulla qualità fu invece lo storico e geografo greco Strabone, che elogiò oltremodo l’ospitalità della popolazione e i vini di qualità della zona, attribuendole persino l’invenzione della botte. Non da meno Plinio Il Vecchio che, nel I secolo d.C., scrisse di una viticoltura florida nelle località di Clastidium (Casteggio) e Litubium (Retorbido).
Territorio e terroir
L’Oltrepò Pavese è un’area geografica della provincia di Pavia, che deve il suo nome al fatto di trovarsi a sud del fiume Po, in pieno Appennino Settentrionale, incuneata tra l’Emilia e il Piemonte fino quasi a raggiungere il Mar Ligure. Attraversato dal 45esimo parallelo, il territorio dell’Oltrepò Pavese, che per la sua forma ricorda peraltro un grappolo d’uva, è caratterizzato inoltre da una significativa presenza di dolci colline che a nord confinano con un’ampia zona pianeggiante che costeggia il fiume Po e a sud con le prime pendici appenniniche. Proprio grazie alla varietà del territorio, alla vicinanza al mare e alla presenza di torrenti e fiumi, ne derivano un microclima e un terroir unici, perfetti per la coltivazione della vite.
L’Oltrepò e il Pinot Nero
La punta di diamante dell’Oltrepò Pavese si chiama Pinot Nero, un vitigno preceduto dalla sua stessa fama e che in formato liquido sa trasformarsi in sorsi eleganti e potenti in seguito a qualsiasi vinificazione, in rosso, in bianco o addirittura in rosa. Non è di certo l’unico vitigno che dà il meglio di sé a questa latitudine, ma probabilmente uno dei più rappresentativi; l’Oltrepòo Pavese, infatti, è il primo terroir vitivinicolo di Lombardia, con oltre 13.000 ettari di vigneti di cui ben 3.000 ettari di Pinot nero, che costituiscono ben il 75% dell’intera produzione italiana di questo vitigno.
Il Pinot Nero in Oltrepò fu piantato per la prima volta nel 1865 per volere dell’allora ministro Agostino Depretis, che intuì la potenzialità di questo vitigno in alta collina e diede il via alla sua introduzione sul territorio. Operazione che non passò inosservata ai grandi spumantisti piemontesi e a quelli della zona, che non persero tempo e iniziarono a fare i primi esperimenti con l’utilizzo del Metodo Classico. È superfluo dire che i risultati sono stati strabilianti tanto da essere garantiti dal 2007 dal marchio DOCG, sia per le bollicine in bianco sia in versione rosè, dette Cruasè (marchio collettivo che identifica il rosè da uve Pinot nero).
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Curiosità: la parola “pinot” sembra derivare da “piccola pigna”, a indicare sia la modesta dimensione del grappolo sia la caratteristica di avere gli acini fitti, come le squame di una pigna.
Tenuta il Bosco
La realtà vitivinicola che abbiamo avuto il piacere di visitare ha origini che risalgono al Medioevo, epoca in cui il terreno di pertinenza della Tenuta Il Bosco di Zenevredo, argilloso e ricco di sali minerali, fu rimesso in sesto dai monaci benedettini. Nel corso dei secoli sono aumentati i terreni vitati, si sono affinate le tecniche e di conseguenza anche la filosofia di produzione, arrivando oggi a contare oltre 152 ettari di proprietà sui quali prende vita una grande ricchezza di varietà autoctone nobili, tra i quali spicca il Pinot Nero, che qui viene spumantizzato con maestria estrema, esprimendo, come in nessun altro luogo, classe e personalità.
Visitare le vigne di questa Tenuta, dislocate tra freschi boschi e colline ventilate, è stata un’esperienza unica e memorabile, che ci ha permesso di capire quanto lavoro, rispetto e attenzione ai dettagli sono necessari per ottenere degli spumanti che rasentano la perfezione. Bollicine equilibrate, dotate di freschezza e acidità oltre che di eleganza e complessità. Bollicine che interpretano il metodo classico con uno stile contemporaneo e lineare, che invitano alla beva, piacevolissima, senza mai appesantire.
La gestione in verde e la vendemmia programmata
Di fondamentale importanza anche la gestione “in verde” del vigneto, che avviene con cura meticolosa e prevede una parziale sfogliatura manuale solamente sul lato esposto a est, togliendo le foglie davanti al grappolo per favorire un microclima più asciutto e salubre nonchè l’irraggiamento solare quando l’insolazione è meno forte, consentendo di preservare gli aromi nelle uve. Le vigne sono principalmente esposte verso sud-ovest (l’80%).
Stessa cura e attenzione anche al momento cruciale della vendemmia, che è programmata in base alle caratteristiche pedologiche e microclimatiche non solo dei vigneti, ma anche dei filari (altitudine, esposizione, composizione dei terreni e vitigni coltivati). La scelta dell’epoca ideale di raccolta è lasciata alla sensibilità e all’esperienza del responsabile vigneti, che oltre a valutare alcuni parametri analitici oggettivi, esaminano ogni singola vigna e degustano gli acini dell’uva da destinare alla raccolta.
In seguito alla pressatura e alla vinificazione il processo di affinamento continua nelle silenziose cantine della Tenuta, dove una temperatura costante tra i 12° e i 15°C, unita a un’umidità controllata, garantiscono il corretto riposo e la perfetta evoluzione dei vini stessi.
Oltrenero Cuvée Brut
100% Pinot Nero
Pressatura soffice delle uve, decantazione statica per 12 ore, fermentazione alcolica per 12 giorni in acciaio, sosta in acciaio e rifermentazione in bottiglia secondo il Metodo Classico. Affinamento di almeno 30 mesi sui lieviti
Alla vista si presenta di colore giallo paglierino tenue, con abbondante spuma soffice e perlage finissimo, che senza sosta danza con eleganza e cremosità all’interno del calice.
Anche il naso viene rapito e conquistato, da un’avvolgente complessità, data da sentori di crosta di pane fragrante, seguite da percezioni minerali, floreali e fruttate.
Al gusto si conferma quanto percepito all’olfatto, evidenziando anche una piacevolissima freschezza e un’equilibrata nota sapida. Dotato di ricchezza di gusto e ottima persistenza.
Un degno accompagnatore per qualsiasi ricorrenza: un brindisi speciale, un aperitivo con la A maiuscola ma anche un tutto pasto, grazie alla sua intensità unica.
Oltrenero Cruasè
100% Pinot Nero
Diraspatura, macerazione per 6-8 ore, pressatura soffice delle uve intere, decantazione statica per 12 ore, fermentazione alcolica per 12 giorni in acciaio e seconda fermentazione in bottiglia con sboccatura secondo il Metodo Classico. Affinamento sui lieviti di 36 mesi.
Un rosa salmone intenso e brillante che ipnotizza e incuriosisce al primo sguardo. Il perlage è finissimo, la spuma esuberante e persistente invoglia a proseguire la degustazione per conoscere meglio un prodotto così accattivante, che ricorda le curve sinuose di una donna, piacevoli ma mai banali, quasi “pericolose”.
Al naso è fragrante: si percepiscono gli agrumi, piccoli frutti rossi, tra cui spiccano il ribes e il lampone, che donano freschezza. Poi arrivano anche le note tostate, con una crosta di pane delicata e in lontananza dei petali di rosa. In bocca è netto e deciso, minerale, con un finale persistente. Equilibrato e schietto, perfetta espressione del territorio che rappresenta.

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