La nostra gita in Umbria non poteva non iniziare con la visita ad una cantina e nello specifico abbiamo scelto Cantina Antonelli a Montefalco.
La giornata uggiosa purtroppo non ci ha permesso di visitare i vigneti, siamo riusciti lo stesso, con la guida del Sig. Antonelli, a immedesimarci in una bellissima atmosfera e a visitare la cantina con un’ottima degustazione.
Cantina Antonelli Montefalco
Le vigne sono impiantate sulle parti alte dei versanti collinari e i terreni, argillosi e calcarei, hanno diverse origini geologiche: ciò permette di avere svariate sfumature nei vini.
A bacca rossa vengono coltivati soprattutto Sagrantino e San Giovese ma anche Montepulciano, Merlot e Cabernet Sauvignon. A bacca bianca invece il Grechetto e il Trebbiano Spoletino.
Il comune di Montefalco è una parte del territorio che compone la zona geografica della Montefalco DOC, insieme a una parte dei comuni di Bevagna, Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo e Castel Ritardi.
In realtà ad essere precisi, una parte del territorio di Montefalco e Castel Ritardi rientrano anche nella DOC Spoleto, questa appartenenza è usata per produrre il Trebbiano Spoletino.
L’azienda Antonelli è di proprietà della famiglia dal 1981 e la tenuta è appartenuta dal XIII al XIX secolo al vescovo di Spoleto.
Dopo aver goduto della vista mozzafiato che si ha dalla terrazza che guarda i monti, prendiamo un ascensore per iniziare la visita in cantina. Dobbiamo prendere l’ascensore perché scendiamo sotto terra, il locale per la fermentazione del vino è infatti sotterraneo.
Esattamente al centro della proprietà, sotto l’antica casa padronale, troviamo la cantina.
La vinificazione avviene per gravità, ciò evita l’uso delle pompe consentendo di mantenere l’integrità delle bucce, accorgimento qualitativo importantissimo per le uve del territorio, cioè del Sagrantino ricco di polifenoli, soprattutto tannini.
Inoltre, la cantina sotto terra permette di avere ampi spazi che non impattano sull’ambiente circostante e mantiene il vino ad una temperatura naturalmente fresca.
Vinificano solo uve di produzione propria e adottano un’agricoltura biologica.
Oltre alle classiche cisterne in acciaio e alle classiche vasche in cemento troviamo alcuni vasi in cemento non vetrificati, un nuovo cemento poroso come la ceramica, e troviamo anche delle anfore: la cantina sta sperimentando nuove modalità di vinificazione perché ha una forte tensione verso la ricerca e l’innovazione.
Il ciclo produttivo termina all’interno della cantina, vengono fatti qui anche l’imbottigliamento e l’etichettatura.
Dopo questo tour, siamo stati accolti all’interno del loro wine shop e abbiamo iniziato la degustazione dei loro vini con Marco.
Cantina Antonelli, degustazioni vini Montefalco
Abbiamo cominciato con il Grechetto DOC Montefalco, Grechetto 100% vinificato in acciaio.
Questo vino, come tutti gli altri, è un vino biologico. La cantina infatti avvia la conversione al biologico nel 2009 ed ottiene la certificazione dopo i tre anni di controllo, quindi tutti i vini dall’annata 2012 sono certificati BIO.
Passiamo a un Trebbiano Spoletino. Il vino si chiama Anteprima Tonda, passiamo al trebium. Questo vino è un esperimento che parte con l’annata 2013. Un’uva largamente diffusa tra Montefalco e Spoleto, uva che non fa parte della gran famiglia del trebbiano nonostante il nome ingannevole.
La sua caratteristica è quella di essere estremamente resistente e quindi cresce in zone anche apparentemente non adattate. Il percorso di riscoperta di quest’uva è passato attraverso vari test. Questa bottiglia, fa un passaggio in anfora, una parte in porcellana e una parte in terracotta e ha fatto 8 mesi sulle bucce.
Passando ai rossi, degustiamo il Montefalco Rosso 2016 che secondo il disciplinare deve avere San Giovese e Sagrantino. C’è un terzo vino che si può utilizzare e nel loro caso troviamo il Montepulciano, a differenza del più comune Merlot, sia perché hanno scelto di lavorare con uve della zona e sia perché hanno voluto sottolineare la vena fresca di questo vino.
Il Montefalco Rosso Riserva 2015 ha un blend uguale a quello del Montefalco Rosso, ma l’idea del vino è completamente differente. Il primo ha una freschezza e una facilità di beva non indifferente, mentre il secondo è la ricerca di un grande Sangiovese da lungo affinamento.
Abbiamo abbandonato il Sangiovese e ci siamo dati alla degustazione dei quattro vini 100% Sagrantino.
Iniziamo con Il Contrario, un IGT. IGT perché la vinificazione e la maturazione del vino è completamente al di fuori del disciplinare. La stessa uva, che passa per l’affinamento e produce vini molto tannici, presentata in un modo un po’ più fresco. Vinificazione in acciaio, passaggio cemento. Dalle stesse uva della DOCG, un vino dalla beve più facile, più immediata.
Montefalco Sagrantino DOCG: il vino con il più alto contenuto di polifenoli derivanti dalle bucce al mondo. Vino con caratteristiche importanti per strutturata e per anni è stato conosciuto per dei tannini molto importanti. Questa cantina, e anche il Montefalco in generale, ha cambiato negli anni un po’ l’approccio alla vinificazione di questi vini, e quindi si presenta al contempo anche molto elegante.
Un altro Sagrantino Montefalco DOCG, Chiusa di Pannone, il nome del vigneto. Chiusa è il termine locale per denominare gli oliveti, infatti prima al posto della vigna c’era un oliveto. Nel ’95 si è fatta una vigna, è l’unico vigneto di Sagrantino che affaccia sul Monte Martano. Una vallata completamente diversa rispetto all’altra dove sono tutti vigneti di Sagrantino e l’esposizione ovest-sud ovest, mentre per la Chiusa l’esposizione è Sud.
Chiudiamo con una scoperta: Montefalco Sagrantino Passito.
Il Sagrantino, dall’origine stessa del nome, nasce nei monasteri, il vino sacro.
La carica di tannini di cui parlavamo prima lo rendevano un vitigno molto difficile in passato da lavorare, l’unico metodo per avere un vino di un buon livello era quello di appassire le uve.
Non è un appassimento su pianta, non si cerca su maturazione perché è un’uva che ha di per sé una carica zuccherina molto forte. Dopo la raccolta, con cernita dei grappoli molto spargoli, appassisce un paio di messi. Perdendo molto acqua rimane un’alta concentrazione di zucchero. Viene fatta una vinificazione normalissima, rimane in botte due anni e un anno/due di cemento ed infine in bottiglia. Che dire, ce ne siamo innamorati. Pur non essendo degli amanti del passito questo ha delle caratteristiche particolari, uniche che lasciano un ricordo indimenticabile.
Il nostro soggiorno in Umbria è continuato nella magnifica cornice della Tenuta San Felice a Giano dell’Umbria, la nostra base a 15/20 massimo 30 minuti dai punti di interesse della zona come, oltre a Montefalco, Foligno, Assisi e Spoleto.
Siamo stati trattati non come degli ospiti, ma come due persone di famiglia. La mattina a colazione potevamo degustare i loro prodotti: olio, ricotta e pecorino.
E da lì, abbiamo speso il tempo rimasto a visitare delle chicche del nostro paese e della nostra cultura.
Solo…grazie a tutti!
Alcune informazioni utili per gli amantidivino ed enoturisti
- Luogo: Montefalco (PG)
- Tipologia vini: Rossi,Bianchi, Passito
- Degustazione: c’è una sala adibita aperta al pubblico si può degustare ottimo vino anche senza prenotazione
- Cucina: hanno una cucina interna e fanno ristorazione per eventi, banchetti, cerimonie.
- Shop: all’interno della corte